ROMA SPQR

Indietro Home Collabora Indice La tua attività Link Libro degli Ospiti
Catacombe di Roma


Catacombe Ad Decimum

 

Catacombe Ad Vicesimum

 

Catacombe di Aproniano

 

Catacombe di Bassilla

 

Catacombe di Calepodio

 

Catacombe di Commodilla

 

Catacombe Ebraiche

 

Catacombe dei Giordani

 

Catacomba di Monte la Casetta

 

Catacomba di Monte Stallone

 

Catacomba di Nicomede

 

Catacomba di Novaziano

 

Catacombe di Panfilo

 

Catacombe di Ponziano

 

Catacombe di Pretestato

 

Catacombe di S. Agnese

 

Catacomba di S. Alessandro

 

Catacombe di S. Callisto

 

Catacombe di S. Domitilla

 

Catacombe di S. Felicita

 

Catacombe di S. Generosa

 

Catacombe di S. Gordiano

 

Catacombe di S. Ippolito

 

Catacombe di S. Marcellino

 

Catacombe di S. Pancrazio

 

Catacombe di S. Priscilla

 

Catacombe di S. Sebastiano

 

Catacombe di S. Senatore

 

Catacombe di S. Tecla

 

Catacombedi S. Valentino

 

Catacomba di Teodora

 

Catacombe di Trasone

 

Catacombe di Via Anapo

 

Catacombe di Via Compagni

 

Catacombe di Villa Torlonia

 

 

Con il termine "catacomba" si intende in genere un cimitero sotterraneo molto esteso, dalla planimetria piuttosto complessa, articolata in gallerie e cubicoli. La parola deriva senza dubbio dal toponimo "ad catacumbas" (kata kymbas = presso le cavità), relativoad una depressione sul terreno conseguente allo sfruttamento di una cava di tufo a cielo aperto sulla via Appia, laddove si sarebbe sviluppato il settore più antico del cimitero di S. Sebastiano.Fin dall'alto medio evo, il termine venne quindi usato per indicare anche le altre reti cimiteriali allora note, che invece i visitatori antichi chiamavano cryptae.

 

Le fonti per lo studio delle catacombe e degli ipogei primitivi sono costituite per lo più dalla documentazione fornita dagli scavi archeologici; esiste però anche un ampia serie di fonti epigrafiche e letterarie da cui trarre dati indispensabili ai fini della conoscenza di questo importante settore dell'archeologia cristiana, per lo più testi legati al culto dei martiri e documenti ufficiali della Chiesa romana, in particolare: gli Acta martyrum, copie degli atti dei processi pubblici ai martiri; le passiones, diffusesi soprattutto nel VI secolo, consistenti in racconti poco attendibili, salvo che negli aspetti topografici, sulla vita dei martiri; i calendari, ovvero elenchi redatti dalla Chiesa con il nome dei martiri venerati, la data di morte e il uogo della sepoltura (il più antico è il calendario filocaliano, redatto da Furio Dionisio Filocalo, calligrafo di papa Damaso (366-384), incluso nel Cronografo romano del 354; i martilologi, veri e propri cataloghi generali derivati dai calendari, contenenti inordine cronologico notizie sulle celebrazioni di tutti i martiri di cui la Chiesa era a conoscenza, con indicazioni supplementari, come l'imperatore sotto il quale era avvenutoil martirio e il tipo di supplizio sofferto (per Roma, il più importante è il Martyrologium Hieronymianum, redatto nel V secolo); il corpus delle iscrizioni metriche redatte da papa Damaso e incise su grosse lastre marmoree dal calligrafo Filocalo,per essere apposte nelle vicinanze di tombe di martiri da lui monumentalizzate (sono giunte a noi circa una trentina di lapidi originali, più o meno frammentarie, e una cinquantina di iscrizioni, trascritte fedelmente da copisti altomedievali); i sacramentari, sorta di antichimessali,contenenti spesso dati topografici interessanti nel caso di testi relativi a biografie dei pontefici da Pietro a Martino V (1431), redatte in epoche diverse, con dati importanti su interventi di costruzione, di restauro e abbellimento realizzati dai singoli pontefici nei santuari suburbani dei martiri romani.

A queste informazioni per così dire ufficiali va aggiunta un'importante messe di documenti altomedievali contenenti notizie specifiche sugli itinerari da percorrere, sui santuari cimiteriali e sulle catacombe con tombe di martiri; si tratta delle guide ad uso dei pellegrini, in genere esponenti del clero, che giungevano a Roma per visitare i luoghi santi e possibilmente procurarsi delle reliquie da destinare alle loro chiese d'origine.

                             

                          

                   

Un grazie particolare per questa sezione va a Costanza Vecchiet