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Catacombe di Nicomede

 

Via dei Villini, 32 attraversando l'area oggi occupata dal Ministero dei Lavori Pubblici, lungo la via Nomentana.

(visita previa richiesta alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra – 06/735824)

 

La catacomba sembra insediarsi come riuso di alcuni cunicoli idrici e si sviluppava su due piani. Alcune delle gallerie che la componevano sono state, in epoca recente, distrutte a causa della realizzazione di cave di pozzolana. Risale al secolo scorso la scoperta di iscrizioni e di un sarcofago con epigrafe databile al 388.

Nicomede è menzionato per la prima volta nel Martirologio Geronimiano in due date. Le notizie in merito alla sua persona sono vaghe: è ricordato solamente nella celebre Passio Ss. Nerei et Achillei, del VI secolo d.C., in cui si narra fosse un presbitero che, arrestato e rifiutatosi di sacrificare, fu torturato e ucciso. Il corpo, secondo la cronaca del tempo, venne poi gettato nel Tevere e fu raccolto da un chierico che lo seppellì in «horticellum suum, iuxta muros, via Nomentana». Il cimitero è menzionato dagli itinerari altomedievali. A Bonifacio V (619-625) sono attribuiti i lavori in una basilica dove i pellegrini veneravano il martire, poi restaurata da Adriano I (772-795) e mai ritrovata. Dopo la costruzione dell’edificio sede del Ministero dei trasporti la catacomba è divenuta inaccessibile.