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Catacombe di Panfilo

 

via Salaria Vetus - Via Paisiello, 24

visita previa richiesta alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra – 06/735824

 

 

Galleria con Loculi (Cimitero di Panfilo, Roma)

 

Il ritrovamento di numerose sepolture a cappuccina ed iscrizioni funerarie, tra cui una del 298 d.C., testimonierebbero l’esistenza di un’area funeraria attiva già dal III sec. d.C. Il livello più antico della catacomba fu realizzato con il sistema “a pettine”; ad esso si accede dalla superficie tramite una lunga scala. I dati epigrafici, la distribuzione delle sepolture e l’impianto delle gallerie fanno ipotizzare l’origine della necropoli alla seconda metà del III sec. d.C. Attorno al primo decennio del IV sec. d.C. fu intrapreso lo scavo di un piano superiore attraverso il riuso di alcune gallerie.

Sempre nel corso del IV sec. d.C. fu scavato un terzo livello, superiore agli altri due, che si sviluppava dall’originario pianerottolo della scala primitiva. Lo sviluppo di questo terzo piano, più disordinato rispetto ai due precedenti, è da datare agli anni centrali del IV sec. d.C., come attestato da alcune iscrizioni ivi rinvenute. Al piano più antico del nucleo originario, distruggendo alcuni loculi, fu aperto un doppio cubicolo, decorato in porfido e con ingresso ornato da paraste di marmo, dedicato da due liberti ai loro padroni Teofilo e Ponziana in refrigerio. Il cubicolo venne poi dipinto in bianco, forse in coincidenza della deposizione delle reliquie di Panfilo nella parete di fondo.

Durante il VI sec. d.C., probabilmente a seguito dei danni causati dalle guerre greco-gotiche, la tomba venne saccheggiata. E’ attribuita al VI secolo, inoltre, anche un altare con fenestrella confessionis foderata in lastre di porfido e pavonazzetto.

In età altomedievale furono tracciati sulle pareti di fondo numerosi graffiti riportanti il nome del martire.

 

IL MARTIRE

 

Le fonti su Panfilo non sono anteriori agli Itinerari Altomedievali che menzionano l’omonima catacomba lungo la Salaria vetus.

Il Martirologio Geronimiano, alla data del 4 luglio, ricorda quì anche i martiri Candido e Cirino, dei quali però non si ha altra notizia.