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Lungo la via Giulia (1 ora)
 

Concepita da Bramante per papa Giulio II agli inizi del XVI secolo, via Giulia è stata la prima strada rinascimentale ad attraversare in linea retta il fitto intrico di vicoli medievali.

Il progetto prevedeva anche un nuovo tribunale, ma non fu portato a termine per mancanza di fondi.

La via è oggi occupata soprattutto da antiquari e restauratori di mobili. Nelle sere d'estate, i suoi chiostri e cortili, illuminati da centinaia di lampade ad olio, sono la scena ideale per la speciale stagione concertistica.

Dal Lungotevere al largo della Moretta

Partendo dal lungotevere dei Tebaldi 1 all'estremità orientale di Via Giulia, ci si trova di fronte un arco. Si tratta dell'arco 2 che faceva parte del progetto di Michelangelo, mai realizzato, di collegare Palazzo Farnese e i suoi giardini con Villa Farnesina sull'altra riva del fiume.

Prima di raggiungere l'arco si incontra a sinistra la fontana del Mascherone 3, in cui una maschera ed una vasca di granito, entrambe antiche, si combinano a formare una fontana barocca.

Oltre l'arco Farnese, a sinistra, c'è la facciata barocca della chiesa di S. Maria dell'Orazione e Morte 4,. Un po' più avanti sullo stesso lato della strada, c'è palazzo Falconieri 5, ampliato da Borromini nel 1650, con due falconi sui due lati del cornicione. Sull'altro lato della strada c'è la facciata giallognola di S. Caterina da Siena 6

 la chiesa della colonia senese a Roma, con dei graziosi rilievi settecenteschi.

Le figure di Romolo e Remo sono i simboli della città di Roma e Siena, perchè secondo la leggenda, quest'ultima fu fondata dal meno fortunato dei due gemelli.

 

Dopo aver superato la breve via che porta a S. Eligio degli Orefici 7 e alla facciata di palazzo Ricci 8, si arriva a largo della Moretta, una zona di edifici semidemoliti, intorno alle rovine della chiesa di San Filippo Neri 9.

Guardando a sinistra verso il fiume si può vedere il ponte Mazzini e, sull'altra riva del Tevere, la mole delle carceri di Regina Coeli. A questo punto si può fare una piccola deviazione a destra, verso via del Pellegrino, dove c'è una targa 10 che segna il pomerium, o confine della città ai tempi dell'imperatore Claudio.

 

Da largo della Moretta ai "sofà" di via Giulia

Proseguendo, di fronte allo stretto vicolo del Malpasso ci sono le grandi prigioni della città, le Carceri Nuove 11, fatte costruire da Papa Innocenzo X Pamphili nel 1655. Per quei tempi si trattava di un carcere esemplare per il trattamento umano garantito ai prigionieri; in seguito furono sostituite dalla prigione di Regina Coeli, costruita alla fine del XIX secolo.

Gli edifici ospitano oggi gli uffici del ministero della giustizia ed il piccolo museo Criminologico.

All'angolo di via del Gonfalone, una stradina laterale che conduce al fiume, si possono vedere parte delle fondamenta del tribunale progettato da Giulio II. Nella strada c'è anche il piccolo oratorio di Santa Lucia del Gonfalone 12, usato spesso per concerti.

La successiva facciata di un certo interesse è, a sinistra, la secentesca S. Maria del Suffragio 13 di Carlo Rainaldi. Sullo stesso lato c'è San Biagio degli Armeni 14, la chiesa armena di Roma, chiamata anche San Biagio della Pagnotta. Questo soprannome èdovuto alla distribuzione di pane ai poveri che ha luogo il giorno della festa del santo.

Per via della loro forma i blocchi di travertino all'angolo, facenti parte delle fondamenta del mai realizzato tribunale di Giulio II, sono noti come "sofà" di via Giulia.

 

Il quartiere fiorentino

La sosta successiva è l'imponente palazzo Sacchetti, al num 66 15 che era in origine la casa di Antonio da Sangallo il Giovane, architetto di palazzo Farnese, ma che è stato molto ampliato dai successivi proprietari.

Il cortile porticato ospita una madonna del XV secolo ed uno splendido rilievo del III secolo d.C.

Proprio di fronte a palazzo Sacchetti, c'è il portale rinascimentale di Palazzo Donarelli 16. La bella casa del XVI secolo al num. 93 è riccamente decorata con stucchi e stemmi 17.

Il num. 85 è un altro tipico palazzo rinascimentale con un piano terreno in pietra 18. La tradizione vuole che anche questa casa appartenesse a Raffaelo.

Palazzo Clarelli 19 fu costruito da Antonio da Sangallo il Giovane come propria abitazione. L'iscrizione sul portone porta il nome di Cosimo II de' Medici, la cui famiglia comprò in seguito il palazzo.

L'intera zona era abitata da una numerosa colonia di fiorentini che disponeva di propri mulini cu chiatte ancorate sul Tevere. La loro chiesa ufficiale era S. Giovanni  dei Fiorentini 20, l'ultimo importante monumento alla fine di via Giulia. Al progetto del tempio contribuirono molti artisti ed architetti fiorentini, tra cui Sangallo e Jacopo Sansovino.

 

Note informative

Punto di partenza: lungotevere dei Tebaldi, vicino ponte Sisto.

Lunghezza: 1 km

Come arrivarci: Bus  46  62  64 per corso Vittorio Emanuele e poi a piedi o Bus 23  36  280 sul lungotevere.

Momento consigliato: Nelle sere d'estate la via è illuminata da lampade ad olio. A natale le vetrine dei negozi    espongono il presepe.

Soste: In via Giulia ci sono dei bar al num. 21 e 84. Campo de' Fiori ha bar con tavolini all'aperto e molti ristoranti. C'è anche un ristorante cinese in via dei Giubbonari ed uno di pesce fritto in piazza SDanta Barbara dei Librai (chiuso la domenica).