TARQUINIO PRISCO

 

Nel 616 a.C. sale al trono di Roma il primo re etrusco, Tarquinio Prisco. La sua storia rende evidente come l'attività politica di Roma non sia più una disputa tra pastori come ai tempi di Romolo.

Il re Tarquinio Prisco nasce a Tarquinia da un ricco mercante esule dalla Grecia e da una nobildonna etrusca. Il suo nome etrusco è Lucumone. La ricchezza di famiglia però non gli consente di avviarsi alla vita politica di Tarquinia a causa delle origini non etrusche del padre. Dopo aver convolato a nozze con Tarnaquil, nobildonna etrusca dotata di una grande ambizione di potere, Tarquinio decide di abbandonare la città etrusca di Tarquinia alla ricerca di altre mete in cui poter ascendere al potere. Roma rappresenta la città adatta per le loro mire di conquista, una città non etrusca aperta agli stranieri. L'emigrazione a Roma (o la sua conquista) è seguita da una grande corte di amici. consente alla coppia etrusca di ambire alle più alte cariche politiche della città. Lo stesso Lucumone cambia il suo nome nel "romano" Lucio Tarquinio per favorire l'integrazione. Una vera e propria propaganda politica a colpi di ricchezza e di amicizie. Lo stesso re Anco Marzio è affascinato dai modi gentili della coppia e lo associa alla gestione della città prima come suo consigliere poi come tutore dei suoi stessi figli.

Alla morte del re, Lucio Tarquinio allontana i figli di Anco Marzio da Roma e si autocandita alla guida di Roma La sua abilità di oratore e di politico fa breccia tra i cittadini romani. Il popolo lo acclama come nuovo re di Roma. Le prime azioni del suo governo rendono chiara l'intenzione di estendere il proprio dominio a sud contro la Lega Latina ed a est contro i Sabini stanziati fra Tevere e Aniene, per ottenere il pieno controllo delle vie commerciali. Molte città si arrendono senza opporre resistenza mentre altre scatenano sanguinose battaglie prima di cedere all'invasione romana. Cadono le città di Nomento, di Fidene, di Apiolae, di Collazia, di Corniculo ed altre ancora. Le popolazioni dei territori conquistati senza spargimenti di sangue ottengono, generalmente, il diritto di cittadinanza romana, quelle che invece hanno opposto una dura resistenza sono ridotte alla schiavitù. In entrambi i casi, le popolazioni sono deportate a Roma per popolare i colli disabitati.

Il dominio etrusco di Tarquinio Prisco trasforma Roma in una vera potenza del centro Italia. Le vittorie militari su alcune città della Lega Latina impone la cultura etrusco-romana su un vasto territorio nella valle del Tevere. La stessa Roma comincia a cambiare volto.

Dal punto di vista commerciale il nuovo re decide di appoggiare le minores gentes, ovvero mercanti, artigiani, allevatori e agricoltori. Queste classi emergenti e produttive hanno la peculiarità di essere di origine etrusca. Per rafforzare il proprio potere reale, Tarquinio Prisco eleva molti di questi a senatori, cavalieri e "Patres Minorum Gentium". La grande presenza etrusca in questo periodo è provata anche dal quartiere "etrusco" nella zona del Velabro, ai margini del foro boario e olitorio. Alcune strade mantengono ancora oggi un appellativo di origine etrusco "Vicus" al posto della latina "Viae": il "Vicus Tuscus" ed il Vicus Iugarius.

Tarquinio Prisco contribuisce alla rinascita architettonica di Roma realizzando grandiose opere:

Il dominio etrusco influenza la cultura romana. La religione romana assume i tratti della religione antropomorfica tipica degli etruschi e dei greci, ed abbandona la radice animista delle prime comunità pastorizie. Il re è ben consapevole del legame tra potere e religione e, come Numa Pompilio prima di lui. In particolare elimina i riti religiosi praticati nelle case gentilizie per trasferirli in templi pubblici. Allo stesso tempo sono distrutti i luoghi di culto delle civiltà latine conquistate, ma alle divinità straniere è dedicato un tempio pubblico in Roma. Questa integrazione religiosa mira a far assumere alla città di Roma una posizione di leadership nella Lega Latina.

Alcuni aspetti della cultura etrusca diverranno veri e propri simboli della romanità nei secoli successivi:

La "conquista" etrusca di Roma diventa quindi fondamentale per lo slancio culturale e commerciale della città. Si potrebbe tranquillamente affermare che, senza Tarquinio Prisco e la cultura etrusca, Roma non sarebbe mai divenuta "Caput Mundi.".