ROMA SPQR

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Fontana Lungotevere Gianicolense

La fontana

 

Dove si trova

Lungotevere Gianicolense

Zona
rione Trastevere
Autore
Anonimo (1920-30)
Committente
S.P.Q.R.
Acqua

Vergine

Una vena d'acqua sgorgava alle falde del Gianicolo e si diceva avesse particolari virtù terapeutiche tanto che il Lancisi, illustre medico del vicino ospedale Santo Spirito, convinse papa Clemente XI a far erigere una fonte per facilitare e rendere pubblico l'accesso all'acqua portentosa a cui fu dato il nome di Lancisiana. Fu condotta dapprima all'interno dell'ospedale e più tardi, in seguito al suo ampliamento del XIX secolo, fu portata all'esterno, per volere di papa Pio VIII che, grande estimatore dell'acqua, ne rinnovò sia la fonte che le condutture. Quando furono costruiti i muraglioni del Tevere la fontana fu rimossa da quest'ultima sede e definitivamente smontata, ma a testimonianza della sua esistenza, si decise di collocarne due del tutto simmetriche ed identiche, lungo le rampe di accesso alle banchine del fiume sotto piazza Della Rovere. bCiascuna fontana è composta da un nicchione coronato da una semplice cornice all'interno del quale sono state poste due bocche d'acqua ed una vasca piuttosto bassa, modanata, che raccoglierebbe l'acqua che non è più Lancisiana, ma la Vergine, come ricorda una piccola iscrizione fra le due cannelle. Ciascuna fonte è sormontata da un'epigrafe ed uno stemma. Quella di sinistra ricorda l'opera di Pio VIII  (1830), di quanto il papa apprezzasse le sue virtù, considerandola migliore fra le acque dell'urbe. Sopra l'epigrafe lo stemma in cui compare un leone rampante con la torre in un campo a diagonali, la tiara e le chiavi del regno. La fontana di destra rammenta il primo estimatore dell'acqua papa Clemente XI (1720) e anche quest'ultima è sormontata dal celebre stemma con i tre monti e la stella. Come la simmetrica ha anche la tiara e le chiavi papali.

Purtroppo, tanto per cambiare, anche qui dovremmo parlare di un consistente restauro a cui dovrebbe essere sottoposta la fontana, ma il comune di Roma continua ad ignorare i beni artistici della città più bella del mondo. Magari, come fanno in molti, a considerare i delinquenti armati di bombolette spray, degli artisti e non degli emeriti deficienti che dovrebbero starsene in galera.