ROMA SPQR

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Museo di Antichitą Etrusche ed Italiche

 

All'interno dell'Universitą degli studi della Sapienza

 

Piazzale Aldo Moro, 5


Tel. 0649911

M Castro Pretorio

 BUS  71  492

 

Il Museo delle Antichitį Etrusche ed Italiche, fondato da Massimo Pallottino negli anni '50 e ubicato nella Facoltį di Lettere e Filosofia, possiede un cospicuo numero di materiali originali, calchi, modelli, plastici e pannelli didattici. L'esposizione, di recente aggiornata, é articolata in diverse sezioni illustranti la storia, l'epigrafia, la cultura materiale, l'architettura, i culti e le manifestazioni artistiche delle civiltį etrusca e italiche nel I millennio a.C

Il Museo espone, tra l'altro, un gruppo di materiali attestanti una delle manifestazioni caratteristiche del costume delle aristocrazie dell'area medio-tirrenica in etį orientalizzante ( metį del VII secolo a.C.): il consumo del vino.
Nelle deposizioni dei personaggi emergenti, accanto agli altri elementi destinati all'esibizione del prestigio familiare, quali armi da parata, arredi e fastosi ornamenti in metallo prezioso, un posto privilegiato é occupato dal servizio per il vino.
L'adozione di tale bevanda durante il banchetto e la conseguente produzione di nuove forme vascolari riprese dal repertorio greco (oinochoai, kantharoi, kotylai, kyathoi-attingitoi, ecc.), nel corso dell'VIII secolo a.C., si deve all'incontro delle popolazioni indigene con i coloni greci euboici stanziatisi nel golfo di Napoli (Pithekoussai, Cuma), che diffondono in Occidente i modi di vivere dei dinasti orientali. Il vino, miscelato ad acqua, era contenuto in grandi crateri ed olle, per lo piś in impasto o argilla non depurata, posti su sostegni di dimensioni diverse, denominati holmoi, generalmente fittili ma attestati anche in bronzo.
Gli esemplari di impasto, generalmente rosso, possono essere dipinti con ornati geometrici o decorativi a traforo per lo piś con motivi a freccia. La loro diffusione interessa tutte le comunitį dell'Italia medio-tirrenica (Campania, Lazio e Toscana), ma una particolare concentrazione é attestata nel territorio falisco-capenate (Civitacastellana, Calcata, Capena).
Completano il servizio una serie di vasi, realizzati in ceramica fine (impasto bruno sottile o bucchero) atti ad attingere (piccolo kyathos), versare (oinochoe) e bere (kotyle).