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        accede alla piazza del quartiere da quattro ingressi, ma il più
        plateale e rappresentativo è quello sotto un'arcone con tanto di
        lampada centrale. Ci troviamo nell'"isola" del famoso quartiere
        Coppedè, in un ambiente suggestivo, fantastico, così
        diverso dal resto della zona che però ha in parte subito il fascino e
        l'influenza di questa fantasiosa magia.
         E'
        una magia fatta di pinnacoli, colonne, logge coperte da esili tettoie di
        tirolese memoria e balconcini aggettanti rigonfi del ferro battuto,
        balaustre traforate e mensole di svariate forme e decorazioni, robusto
        bugnato ed esili colonnine che disegnano bifore, trifore, quadrifore su
        candide superfici levigate dove gli stili si sovrappongono e si
        scompongono dando vita ad un gioco il cui effetto finale è una
        multiforme scenografia. Non
        mancava che la fontana, come fulcro dell'intero organismo: una piscina
        perfettamente rotonda sollevata dal parterre stradale tramite un basso
        gradino, segnato lungo le diagonali, da lastre di travertino, mentre un
        bordo argina un sottile velo d'acqua in cui si riflette la composizione
        sovrastante. In alto una coppa rotonda sul cui bordo si dispongono otto
        rane colte nell'atteggiamento di spiccare un salto, ciascuna delle quali
        proietta verso l'alto un allegro zampillo, mentre un getto centrale
        emette un copioso ed alto spruzzo. La coppa è anche adornata da quattro
        mascheroni, posti a guisa di mensole alla base del colletto. La vasca
        poggia su di un complesso basamento dove, nelle quattro direzioni
        principali, sono state disposte coppie di figure dalla folta
        capigliatura, che sembrano investite da una folata di vento e sono colte
        nell'attimo in cui soffiano al vento con uno spruzzo d'acqua che ricade
        nella vasca sottostante plurilobata. Questi giovani sorreggono una valva
        di conchiglie nelle cui volute centrali è stato collocato un ennesimo
        ma grande esemplare di rana che versa un allegro zampillo nella valva
        stessa. Le gambe delle figure si perdono nel groviglio compositivo
        mentre nello spazio restante fra le due coppie disposte nelle direzioni
        principali, troviamo ancora alcune testimonianze di remota memoria. Se
        le rane superiori nella loro disposizione ci rammentano le eleganti
        tartarughe del Landini della fontana
        di piazza Mattei, le valve di conchiglia poste su massi marmorei
        inchiavardati, ci rammentano nella foggia, la grande valva della fontana
        delle Api in piazza Barberini. E proprio una gigantesca ape
        troviamo sul bordo della vasca plurilobata alla base del perno centrale
        a pelo dell'acqua della piscina, colta nell'atto di suggere fra un'ansa
        e l'altra della vasca. |