Palazzo Cenci     

 

Palazzo Cenci

Vicolo dei Cenci

Chiuso al pubblico

 

BUS  44  56  60  65  75  170  710

 

Questo palazzo della famiglia Cenci si erge in piazza Cenci, sulle rovine del Teatro di Balbo, dedicato da L.Cornelio Balbo il Giovane nel 13 a.C.: si trattò del terzo dei teatri stabili edificati a Roma, dopo quelli di Pompeo e di Marcello, che, seppure considerato il più piccolo, poteva contenere oltre 11.000 spettatori. Il palazzo fu costruito nel XII secolo e, con il complesso di abitazioni, chiese, archi, sbarramenti e torre (demolita nel 1888), si ergeva a mo' di castello sul piano circostante. Purtroppo, gran parte dell'edificio originale è stato demolito e l'edificio attuale risale al 1570 circa, anche se per il suo aspetto severo sembra medioevale. È collegato tramite un fosco arco al Palazzetto Cenci, progettato da Martino Longhi il Vecchio. All'interno di Palazzo Cenci vi è un tradizionale cortile con una loggia in stile ionico; molte stanze hanno ancora le decorazioni del '500, che la sfortunata Beatrice aveva visto da bambina. Non si può certo parlare della famiglia Cenci senza rammentare il dramma che sconvolse tutta Roma. La giovane Beatrice Cenci, di soli 16 anni, venne accusata, insieme alla madre Lucrezia ed ai fratelli Giacomo e Bernardo, di aver assassinato il padre, Francesco Cenci, un padre scellerato, violento (non c'era giorno che non si udissero urla e lamenti fuoriuscire dalle mura del palazzo) e, secondo la tradizione, persino incestuoso. Il dramma accadde nel castello di proprietà Cenci a Petrella del Salto, nei pressi dell'Aquila. In un luogo angusto come questo maniero, lontano anche da occhi indiscreti, le percosse e le violenze non avevano limiti. In questo quadro da tragedia maturò la decisione di uccidere il padre: questo venne colpito ripetutamente alla testa e quindi gettato dalla finestra per simulare una disgrazia. La polizia pontificia, però, non credette al caso fortuito e formalizzò un atto di accusa contro i tre figli e la madre del morto. Il processo fu una farsa: le circostanze attenuanti non furono tenute in alcuna considerazione e quel seviziatore di Francesco venne fatto passare per un uomo in odore di santità. Il popolo mormorò, e non a torto, che papa Clemente VIII Aldobrandini mirasse più alle ricchezze dei Cenci che alla giustizia. Infatti, l'11 settembre 1599 venne eseguita la condanna a morte per tre accusati (Bernardo, del tutto innocente, venne gettato "soltanto" nelle prigioni del Carcere Mamertino e qui dimenticato): Giacomo morì in seguito alle torture, mentre Lucrezia e Beatrice vennero decapitate in piazza di Ponte S. Angelo. La leggenda vuole che, quando la notizia dell'esecuzione giunse al papa, questi abbia detto: "Giustizia è fatta!" e subito dopo abbia firmato un atto di cessione delle ricchezze dei Cenci al nipote Ascanio. Le spoglie di Beatrice furono collocate sotto l'altare maggiore di S.Pietro in Montorio e qui rimasero fino al 1789, quando i soldati francesi profanarono la tomba, giocando a palla con la sua testa. Secondo la tradizione popolare, il fantasma di Beatrice si può incontrare spesso nei dintorni di Palazzo Cenci, quando torna a visitare le antiche stanze del palazzo, oppure, la sera dell'11 settembre, anniversario della sua decapitazione, la si può vedere passeggiare su Ponte S.Angelo con la testa sotto le braccia.