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Lungo la via Appia (90 minuti)

 

Fiancheggiata da pini e cipressi come al tempo in cui gli antichi Romani venivano a seppellire i morti alla luce delle fiaccole, la via Appia conserva ancora immutato tutto il suo fascino. I campi tutt'intorno sono coperti di rovine che si stagliano sullo sfondo dei colli Albani.

Molti dei rivestimenti delle tombe sono stati asportati, ma alcune statue e rilievi sono rimasti o sono stati sostituiti con copie.

 

Capo di Bove

Il punto di partenza è la tomba di Cecilia Metella 1 Nel medioevo a questa zona fu dato il nome di Campo di Bove per via del fregio con festoni e bucrani ancora visibile sulla tomba.

Sull'altro lato della strada si possono vedere le rovine della chiesa gotica di San Nicola 2 che, come la tomba di Cecilia Metella, faceva parte di una fortezza medievale dei Caetani.

Proseguite fino all'incrocio 3, dove vi sono ancora diverse lastre pavimentali romane, enormi blocchi di basalto vulcanico molto resistente. Dopo la via Capo di Bove, vedrete a sinistra il nucleo di un grande mausoleo coperto di edera, conosciuto come la Torre di Capo le Bove 4, oltre il quale, sui due lati dell'Appia, vi sono altre tombe; su alcune sono ancora visibili i resti di torri medievali. Sulla destra, superate alcune ville private, si arriva nella zona militare di Forte Appio 5, che fa parte di una serie di forti costruiti intorno alla città nel XIX secolo.

Sulla sinistra, un po' più avanti, ci sono le rovine della tomba di Marco Servilio 6, con i frammenti dei rilievi portati alla luce nel 1808 dallo scultore neoclassico Antonio Canova. Canova fu uno dei primi a sostenere che le tombe, con le loro iscrizioni e rilievi, dovevano rimanere sul posto. Sull'altro lato della strada c'è una tomba con il rilievo di un giovane uomo nudo, chiamato "Rilievo dell'eroe 7. Sulla sinistra vi sono le rovine del cosiddetto sepolcro di Seneca 8. Il filosofo e moralista Seneca possedeva una villa nelle vicinanze, dove si suicidò nel 65 d.C. per ordine di Nerone

La successiva tomba di una certa importanza è quella della famiglia di Sisto Pompeo, un liberto del I secolo d.C. 9

Nell'iscrizione in versi il padre piange i figli morti in giovane età.

 

Da via dei Lugari a via di Tor Carbone

Subito dopo via dei Lugari, sulla destra, schermata dagli alberi, c'è la tomba di Sant'Urbano (papa dal 222 al 230) 10

Sulla sinistra, un po' arretrato rispetto alla strada, compare un grande podio, che forse faceva parte del Tempio di Giove 11. Nel tratto successivo, scavato dall'architetto Luigi Canina all'inizio del XIX secolo, c'è la tomba di Caio Licinio 12, seguita da una tomba in stile dorico, più piccola 13 e dall'imponente tomba di Ilario Fusco 14, con cinque busti in rilievo dei membri della sua famiglia. Viene poi la tomba di Tiberio Claudio Secondino 15, in cui, nel II secolo d.C., furono sepolti un gruppo di liberti della casa imperiale.

Superato un grande colombario in rovina, si arriva alla tomba di Quinto Apuleio 16 e al ricostruito sepolcro dei liberti Rabirii (I secolo a.C.) 17. Nel fregio, la figura a destra è una sacerdotessa di Iside, dietro la quale si intravede il profilo di un sistrum, il sonaglio di metallo usato nelle cerimonie religiose.

La maggioranza delle tombe sono ormai poco più che masse informi di mattoni erosi dal tempo. Fanno eccezione due tombe dell'ultimo tratto di questa passeggiata:  la tomba dei Festoni 18, con un fregio ricostruito di putti in tripudio, e la tomba del Frontespizio 19, con le due figure centrali del fregio che si tengono per mano.

Dopo la via di Tor Carbone, la Via Appia prosegue diritta davanti a voi e, se lo volete, potete continuare la camminata: sui lati ci sono ancora molte altre rovine di tombe e di ville da visitare.

 

Note informative

Punto di partenza: Tomba di Cecilia Metella

Lunghezza: 3 Km

Come arrivarci: Bus 118 da San Giovanni in Laterano o dal Colosseo. Al ritorno, il 118 percorre via Appia Pignatelli. I passaggi sono rari.

Momento consigliato: Abbastanza presto di mattina, prima che faccia troppo caldo.

Soste: C'è un bar vicino alla chiesa di Domine Quo Vadis?, all'inizio della passeggiata, ma è meglio portare qualcosa per ristorarsi. Nel primo tratto dell'Appia ci sono alcuni ristoranti famosi, tra cui il ristorante Cecilia Metella in via Appia Antica, 125/127 tel. 065136743 (chiuso il lunedi).