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Fontana di via Collatina Vecchia

La fontana

 

Dove si trova

Via Collatina Vecchia

Zona
quartiere Collatino
Autore
Ignoto (1753)
Committente
Benedetto XIV Lambertini
Acqua

Muta

"...Un giorno di grande afa e di sole, la strada bianca e polverosa, l'orizzonte è disegnato dall'ondulato alternarsi della colline della campagna che circonda la santa urbe che però è ancora lontana. Volentieri si sosta per alleviare la sete alle fresche acque della fonte...". Così doveva apparire il paesaggio ad un qualunque forestiero che un secolo fa percorreva una delle strade che conducevano a Roma, oppure la cronaca raccontata ad una madre o ad una moglie lontana dal piemontese che veniva ad unire Roma al resto d'Italia.

La fonte di fronte alla quale ci si trova quasi per caso percorrendo la ormai quasi secondaria via Collatina Vecchia, era una delle tanti fonti di ristoro per i viandanti fatta erigere in gran copia a alto degli acquedotti che adducevano acqua a Roma. Certamente a farci intendere che le cose si sono decisamente modificate da quel tempo ci viene suggerito da diversi fattori. Difatti la cronaca sarebbe molto diversa perchè molto è cambiato dello scenario che faceva da sfondo alla fonte: l'orizzonte non è più da tempo disegnato dalle colline, bensì da alti e numerosi palazzi o da scheletrici tralicci dell'alta tensione. Allora rari casolari si disponevano nella campagna, ora sostituiti dall'accalcarsi della periferia da cui, mirabilmente, si eleva su pilastri un'autostrada. Fra una discarica e terreni incolti emerge, a tratti, la sagoma in laterizio dell'antico acquedotto Vergine la cui sorgente era poco distante da qui (e di cui è ancora visibile la torre posta a segnalarla), a cui questo fontanile era addossato. Si componeva di una grande vasca in laterizio dal bordo in travertino irrorata da più cannelle. A completare la composizione erano state poste due bocche agli estremi della vasca, incassate in colonnine sempre in marmo, di più facile accesso. Una edicola, sempre in laterizio sormontata da un bel timpano in travertino anch'esso, sostiene una epigrafe in cui ancora si legge:

BENEDICTUS XIV P.M.

AQVUAE VIRGINIS COPIAE ET PERENNITATTI

PROSPICIENS

ANTIQVVM EIVS AQVUAEDUCTVM

REPARAVIT

ANNO D. MDCCLIII

SILVIO CARD. VALENTI S.R.E. CAMERARIO

NICOLAO PERELLIO C.A. DEC ACVIS

PRO PRAEFECTO