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Parco del Pincio

                                                                

 

Flaminio - Spagna      BUS  90  90/  95  119  926

 

 

 

Fu la prima passeggiata creata a Roma con l'intento di mettere a disposizione di tutti i cittadini un'area di verde pubblico. Venne costruita tra il 1810 ed il 1818 sul colle Pincio, area occupata nell'antichità da alcune splendide ville dell'aristocrazia romana, che contornavano Roma con i loro orti.

Il Parco venne disegnato e realizzato dall'architetto e archeologo romano Giuseppe Valadier (1762-1839), nel contesto del più ampio progetto di sistemazione della zona di Piazza del Popolo che incluse, oltre al giardino, al colle Pincio e alla Casina, anche il monastero degli Agostiniani, l'imbocco delle vie di Ripetta e del Babuino e la caserma.

Oltrepassata la Casina Valadier (che ospita un noto Ristorante) ed imboccato il vasto Piazzale Napoleone I si arriva alla "terrazza del Pincio", da cui è possibile godere uno tra i più belli e famosi panorami di Roma.
Una delle curiosità da segnalare è senza dubbio la presenza tra i viali del Parco dei busti di oltre 200 italiani illustri di tutti i tempi.

Commissionati dalla Repubblica romana con l'obiettivo immediato di sostenere gli artisti rimasti disoccupati a seguito degli eventi rivoluzionari del 1848, rispondevano sicuramente ad un gusto dell'epoca di collocare opere scultoree negli anfratti di parchi e giardini, ma anche ad un'esigenza culturale e politica di utilizzare uno spazio aperto al pubblico come luogo didattico per la coscienza nazionale in formazione, attraverso la memoria e l'esempio di tanti personaggi.

La decisione della loro collocazione lungo i viali del Pincio fu presa dopo l'occupazione francese ed il ritorno di Pio IX da Gaeta, ma problemi burocratici e mancanza di fondi ne ritardarono l'attuazione fino al 1852 quando il Municipio di Roma, che nel frattempo aveva ricevuto i busti in donazione, provvide a porli in opera. Non tutti i personaggi poterono però vedere la luce a causa dell'ostracismo papale.

La consuetudine di collocare i busti si è mantenuta anche con l'unità d'Italia e nel corso del secolo attuale: l'ultimo intervento risale infatti alla fine degli anni '60, ed ha fatto raggiungere alle opere il considerevole numero di 228. La disposizione è rimasta tuttavia casuale (nonostante i diversi progetti di risistemazione elaborati nel tempo) ad eccezione del gruppo di busti realizzati dopo il 1918 in memoria di illustri caduti nella I Guerra Mondiale, che sono stati collocati tutti nella Piazza dei Martiri ad essi dedicata. Solo tre i busti dedicati a donne: Vittoria Colonna, Santa Caterina da Siena, Grazia Deledda.