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Riserva naturale del Litorale Romano

                                                                

 

mappa del Parco

 

 

Il territorio della riserva appartiene amministrativamente ai comuni di Fiumicino e di Roma. E' formato dall'ampia fascia costiera che si estende dalla spiaggia di Capocotta a Palidoro; comprende l'ultimo tratto fluviale del Tevere, le aree delle bonifiche di Ostia, di Maccarese e di Pagliete, queste ultime due separate dalla valle dell'Arrone, ed il comprensorio di Macchiagrande di Galeria.

Dopo varie e lunghe vicissitudini, iniziate nel 1982 ad opera del primo comitato promotore del "Parco del Litorale" di cui facevano parte oltre al WWF numerose altre associazioni, la Gazzetta Ufficiale n. 101 del 2/5/1996 ha pubblicato, infine, il Decreto del Ministero dell'Ambiente (D.M.A. 29/3/1996) che istituisce la riserva naturale statale "Litorale romano" e che stabilisce le relative norme di salvaguardia.

Ci troviamo in un territorio molto vicino alla Capitale e per questo l'avanzare del processo di urbanizzazione ha causato una cospicua distruzione del patrimonio naturalistico che è continuamente minacciato. Per arginare tale processo è indispensabile arrivare ad una gestione unitaria dell'area a fini conservativi. Istituire la riserva vuol dire andare verso la realizzazione di importanti obiettivi che il decreto legge chiama "finalità istitutive" (Art. 3 D.M.A. 29/3/1996):

a) la conservazione delle caratteristiche ecologiche, florovegetazionali, faunistiche ed idrogeomorfologiche;

b) il restauro ambientale di ecosistemi degradati;

c) la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, monumentale e culturale, anche in riferimento al patrimonio storico architettonico di edilizia rurale minore;

d) la tutela dei valori paesistici;

e) la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio agricolo dell'area, promuovendo anche forme di ricerca finalizzate alla realizzazione di un sistema produttivo agro-ambientale a basso impatto;

f) la promozione di attività compatibili con la conservazione delle risorse naturali, con particolare riferimento all'agricoltura e al turismo naturalistico;

g) la realizzazione di programmi di studio e ricerca scientifica, con particolare riferimento ai caratteri peculiari del territorio;

h) la realizzazione di programmi di educazione ambientale.

Il Litorale è fatto di spazi aperti ancora abbastanza estesi che consentono ampi "colpi d'occhio" altrove costretti dalle onnipresenti sagome dei condomini. E' un paesaggio di dune costiere ancora integre per tratti tutto sommato consistenti, allineate a formare rilievi sempre più antichi verso l'interno; fatto da migliaia di pini e lecci d'alto fusto, seppur minacciati dall'aereosol marino inquinato, di macchie di lentisco e fillirea dove non mancano conigli selvatici, istrici, ricci, tassi, uccelli di macchia e rapaci; fatto di centinaia di canali e di fossi, talvolta ancora bordati dalla vegetazione ripariale con frassino meridionale, superstite delle antiche paludi. La piana di Maccarese attraversata dal fiume Arrone e quella di Ostia lambita dal Tevere sono aree destinate in gran parte ad attività agricole, attività che richiederebbero maggiori cure anche nella prospettiva di operare in campo agricolo nel rispetto degli equilibri ambientali. E' presente un eccezionale patrimonio archeologico e storico: le vestigia di Ostia Antica, i porti imperiali di Claudio e Traiano, la via Severiana, torri costiere, i castelli medievali e rinascimentali di Castel Fusano, Ostia Antica, Maccarese; sono inoltre presenti importanti siti paleontologici a Castel di Guido, a Maccarese e a Malafede.

Nella gestione del territorio della riserva naturale, che esclude i centri abitati, è prevista una suddivisione in due tipi di aree (art. 2 D.M.A. 29/3/1996):

-aree di tipo 1 caratterizzate da ambienti di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale;

-aree di tipo 2 caratterizzate prevalentemente da ambienti agricoli a maggior grado di antropizzazione con funzione di connessione territoriale e naturalistica delle aree di tipo 1.

I divieti di alterazione dei luoghi nelle aree di tipo 1, di maggior pregio, sono più numerosi e rigorosi rispetto a quelli riguardanti le aree di tipo 2.