La fontana Fontana di piazza S. Simeone

P.zza S. Simeone

 

Zona

rione 

 

Autore

A. Da Piacenza -

 

Committente

Innocenzo VIII (1490)

 

Acqua

Paola

Molte volte ci siamo trovati di fronte a situazioni emblematiche e ricorrenti, parlando delle fontane di Roma. La più triste è la constatazione della scomparsa inspiegabile di alcune fontane le cui tracce si sono perse negli anni. La più curiosa è l'aver scoperto che esistono fontane smontate, smembrate, rimontate in tempi successivi in altri posti, oppure talmente rimaneggiate per cui è stato difficile ricondursi all'originaria fonte e forma. E' il tema delle cosiddette "fontane deambulanti", cioè quelle che nel corso degli anni e di secoli, per noti od oscuri motivi, sono state oggetto di uno o più spostamenti.

La sistemazione attuale della fontana di piazza S. Simeone risale al 1972, quindi assai recentemente, ma è stata oggetto di numerose deambulazioni. In origine, infatti, faceva mostra di sè nella popolosa piazza Montanara, luogo di incontro e raccolta dei braccianti che venivano per cercare lavoro dalla provincia a Roma. Tenendo presente il carattere popolare del luogo, Giacomo Della Porta, incaricato di progettare una fontana per la piazza, ipotizzò la fontana dalle linee sobrie ed assai semplici, essenziale nelle modanature dell'unico catino centrale e nelle decorazioni delle fistole che buttavano acqua nella vasca. Nel 1696 venne documentata la sovrapposizione di un catino su un baluastro che poggiava su un dado marmoreo adorno di quattro mascheroni, da cui fuoriusciva l'acqua nel catino originario (prima modifica delle fattezze originarie), e quattro stemmi. Nel 1829 il catino aggiunto venne sostituito con un altro, forse più piccolo del precedente, sul quale furono posti gli stemmi dei magistrati capitolini (o conservatori) che ci permettono tra l'altro di dare l'esatta datazione della modifica ed erano: Odoardo Dè Quintili, Paolo Carandini, Paolo Maretinez, Pietro Dè Vecchi priore dei Caporioni.

Sicuramente originali erano i quattro mascheroni di gusto cinquecentesco posti a decorazione del dado di appoggio, come cita il "Lunario Romano". 

Fin qui abbiamo citato le modifiche morfologiche  subite dalla fontana, ora riportiamo brevemente i suoi spostamenti. Nel 1932, allorché venne definitivamente decisa la realizzazione della via del Mare, l'amministrazione decise la soppressione dell'area circostante il teatro di Marcello e in particolare della zona di piazza Montanara. La stessa amministrazione decise di trasferire la fontana ad abbellimento del giardino degli Aranci sull'Aventino. Sistemazione che doveva essere considerata provvisoria quando nel 1972 si decise la sistemazione definitiva (per ora) di una fontana che nonostante la sua semplicità e i rimaneggiamenti, faceva sempre parte delle opere di G. Della Porta ed era giusto facesse parte di un tessuto coevo.

Ora fa graziosa mostra di se dinnanzi a Palazzo Lancellotti ai Coronari, sopraelevata di un gradino dal livello stradale, protetta da sei colonnine di marmo e da una leggera inferriata riesce a sopravvivere all'assedio delle macchine parcheggiate intorno.