La fontana Fontana del Leone

P.zza S. Salvatore in Lauro

 

 

Zona

rione Ponte

 

 

Autore

Anonimo (1579)

 

 

Committente

Gregorio XIII Boncompagni

 


Acqua

Vergine

Un piccolo portale marmoreo addossato al palazzo Piceni, fa da cornice ad una rude superficie e si incassa in una nicchia, da cui emerge una non meglio definibile, figura antropomorfica. La composizione è sormontata da una iscrizione latina che porta la data del 1579 e può essere tradotta: "Come il lupo che mansueto più di un agnello, nel Campo Marzio somministra dalle fauci le vergini acque per il popolo così anche qui un leone, più mite di un capretto versa dalla bocca la pura onda cui presiede la vergine. nessuna meraviglia perchè il drago che domina su tutto il mondo, con il suo esempio li ha resi ambedue mansueti". Il lupo a cui fa riferimento l'epigrafe, è quello di via della Lupa, laddove una fontana versava acqua in Campo Marzio, ed essa simboleggiava lo stemma delle famiglie Caccialupi e Capilupi. Anch'essa sormontata da una iscrizione in distici latini che tradotta suonava: "Come la lupa mansueta diede ai gemelli dolce latte, così il lupo fattosi mite, qui presso ti dà l'acqua che scorre perennemente e che è più dolce dello stesso latte, più puro dell'ambra, più fredda della neve. Perciò da qui portano a casa nell'anfora ben pulita i ragazzi, i giovani e le donne anziane. E' proibito bere a questa fontanella ai cavalli e agli asini, e neppure il cane e la capra vi bevano con il lurido muso".

La fontanella del Lupo, fu in seguito inspiegabilmente rimossa, ma rimane l'iscrizione, anche se traslocata in via dei Prefetti al numero civico, 17. Del lupo e della sua sistemazione non rimane più alcuna traccia. Anche quella del Leone, in S. Salvatore in Lauro, è stata rimossa dal sito originario in via di Panico, quando nella zona furono eseguiti i lavori di risanamento urbano, e fu trasferita nella sede attuale, in condizioni visibilmente malandate. Nell'iscrizione si fa chiaro riferimento alla fontana del lupo in Campo Marzio e di come entrambi gli animali siano stati destinati a versare l'acqua (più dolce... più fredda...) nobile, quell'acqua Vergine voluta dal "pio drago", che è poi il "drago" dello stemma Boncompagni (papa Gregorio XIII).