Torre dei Boveschi

 

Via Tribuna di Tor de' specchi, 3

Dove si trova

BUS

30  44  63  81  95  130  160  170  271

628  630  715  716  780  781

 

Questa torre è sita in via della Tribuna di Tor de' Specchi, ma non è Tor de Specchi, che forse invece sorgeva sull'altro lato dell'attuale monastero delle Oblate e demolita intorno al 1750. La nostra torre, anch'essa ora inglobata nel monastero delle Oblate di Santa Francesca Romana, presenta un paramento laterizio con rifacimenti posteriori sintomo di un diversi utilizzi nel corso del tempo; le aperture sono poi inquadrate da materiali di riutilizzo romano e altomedioevale.
L'edificio inoltre forse faceva parte della proprietà della famiglia Boveschi, che possedeva case turrite in Rione Regola e che si stabilì nel rione Campitelli circa nel 1270. Alla metà del XII sec. i Boveschi e i loro collaterali Boboni sono largamente presenti nelle cariche cittadine e soprattutto in quelle della Curia romana. Il ramo dei Boboni è particolarmente favorito dal primo papa della famiglia, Celestino III (1191-1198). A questa famiglia è particolarmente legata quella degli Orsini: Orso di Bobone può essere considerato come l'effettivo capostipite della famiglia degli Orsini. I suoi discendenti prenderanno il cognome de filiis Ursi solo nell'ultimo quarto del '200 e il cognome Orsini diverrà comune nel '300.
La struttura della torre si avvicina alla tipologia delle case-torri con bottega. L'originaria porta di accesso, a destra, è costituita da una soglia, uno stipite e l'architrave marmoreo. L'odierna porta di accesso è alta m. 3 e ha stipiti ad arco ribassato a filari laterizi incisi. In asse con la porta, una finestrella con mostre marmoree presenta sulla destra un rilievo altomedioevale a treccia. Da notare anche la finestra con cornice in peperino modanato, presumibilmente del sec. XV.
Quando sulla torre fu aperta una seconda porta al centro della parete), fu chiusa parzialmente la porta d'ingresso, che fu utilizzata invece come finestra. Le finestre delle quote superiori sono in relazione invece con l'uso abitativo originario, anche se le dimensioni, le forme e le rifiniture sono differenti fra loro: abbiamo quella con rilievo altomedievale e quelle rettangolari con archetti di scarico; per l'uso di materiale di riutilizzo e per la coerenza con il paramento esse sono coeve alla fase originaria.
Le tracce di muratura aggettante a m. 6 di altezza sono riferibili ad un arcone che doveva collegare l'edificio al Palazzo Pecci-Blunt: tale arcone servì da ricovero ai cavalli e alle carrozze per poi divenire fienile e stalla con un uso non abitativo che continuò fino ai primi decenni del '900.