ROMA SPQR

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La guerra con i Sanniti

 

 

 

Una volta rinsaldata la sua posizione nel Lazio, Roma potè tornare a tenere testa alla potente Confederazione Sannitica, che si era formata in seguito all'unione di varie cittadine del Sannio (l'attuale Molise) e che aveva intenzione di inoltrarsi nella fertile pianura campana.
Con i Sanniti i Romani strinsero un accordo per la spartizione del territorio campano, danneggiando sia gli Etruschi, che persero la città di Capua, sia i Greci, che persero Cuma. Ma l'accordo non durò a lungo: i Romani occuparono la città greca di Napoli, incuranti del fatto che i Sanniti le avessero garantito protezione e difesa. Questa fu la scintilla di una guerra che, fra alterne vicende, durò ben trentasette anni (327-290).
Il conflitto fu molto duro per Roma, anche perché i Sanniti si unirono con i vecchi nemici: gli Etruschi e i Galli Senoni.
Tuttavia, con la vittoria di Sentino (295), i Romani conclusero felicemente la lotta trentennale, senza però ottenere ancora il possesso del Sannio, che venne soltanto circondato da presidi romani. Approfittando però del fatto che Etruschi e Galli avevano aiutato i Sanniti, i Romani s'impossessarono anche delle terre delle città etrusche della costa tirennica.
Così, alla fine, il dominio romano a nord aveva ormai per confine una linea immaginaria tracciata da Luni (in Toscana) a Rimini (in Romagna).