Il Ninfeo Fontana dei Trofei di Mario

P.zza Vittorio Emanuele II

 

 

Zona

rione Esquilino

 

 

Autore

Anonimo (sec II)

 

 

Committente

Alessandro Severo

 

 

Acqua

Ex Giulia ora disattiva

L'acqua Giulia faceva parte delle "14 condotte che alimentavano Roma" (D'Onofrio); dovevano soddisfare l'eterna sete degli abitanti dell'urbe nei primi anni dell'Impero. A conclusione dell'acquedotto fu realizzata la mostra-fontana, i cui ruderi sono visibili nei giardini della piazza ottocentesca dedicata al primo re d'Italia: Vittorio Emanuele II. Questi ultimi subirono in tempi successivi numerosi restauri per eternare lo splendore della costruzione, che fu successivamente studiata, celebrata e presa a modello per altre celebri fontane: quella dell'acqua Felice (o del Mosè), la fontana di via Flaminia (o di Giulio III), ecc.

E' detta dei trofei di Mario perchè fu decorata con armi e ornamenti raccolti nelle guerre contro i barbari. Sisto V li traslò nel 1585 sulle balaustre del Campidoglio dove si trovano tuttora.

I resti che vediamo appartenevano ai tre grandi nicchioni, che accoglievano, tra l'altro, i trofei di Mario, di cui taluni, anziché assegnarli ad un bottino bellico, se ne attribuisce la realizzazione coeva alla fontana. L'intera composizione doveva essere rivestita in marmo, così come alcune statue collocate in altre nicchie.

L'acqua, cadendo per cinque bocche ancora visibili, formava due cascate, e usciva per un grande speco dal vascone sottostante, avviandosi verso le parti più basse della città, dove veniva distribuita. Lo speco entrava nel masso del fabbricato dalla sua parte meridionale, volgeva verso occidente, dove un pilastro divideva l'acqua in due rami che si suddividevano prima in tre e poi in altri due rivi. L'acqua sboccava per tre emissari centrali e due laterali, i quali andavano a cadere in una vasca superiore e poi nella grande vasca che faceva capo allo speco di distribuzione al quale si è già accennato.

Si può comprendere per quale motivo tanti artisti di qualità e valore, ne studiarono sia la struttura che il lavoro di ingegneria idraulica alla base delle composizioni trionfali e celebrative romane.