ROMA SPQR

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Catacombe dei Giordani

 

(o di S. Alessandro)

via Salaria, angolo via Taro

visita previa richiesta alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra – 06735824

 

 

 

 

Il nucleo originario delle catacombe è riconoscibile in un ipogeo con scale che da accesso ad alcune gallerie con cubicoli. Le origini dell’ipogeo, inglobato nel II’ piano della catacomba, sono attribuite alla metà del III sec. d.C. circa.Forse in occasione delle persecuzioni di Decio (250) o di Valeriano (257), il martire Alessandro fu deposto in un loculo sulla parete di un cubicolo. Dall’inizio del IV sec. d.C. alla catacomba venne aggiunto un piano inferiore. Nella seconda metà del secolo si verificò una forte espansione del cimitero, con funzioni di retro sanctos attorno alla tomba di Alessandro. Sorsero così altri due piccoli nuclei di tombe ad un livello intermedio tra i due già esistenti e furono creati nuovi cubicoli. Il Papa Damaso (366-384), decorò il cubicolo di Alessandro, forse rivestendo le pareti con lastre marmoree e con un’iscrizione commemorativa. Sono, forse, da attribuire a questi lavori i resti di colonnine e di mosaici pavimentali rinvenuti nell’ambiente. All’intervento di Damaso si fa risalire anche la costruzione di una nuova scala d’accesso per i fedeli. In seguito ai danni subiti durante l’assedio gotico di Roma (537-538), l’area cimiteriale fu venne restaurata da Papa Simmaco (498-514) e, successivamente, da Papa Vigilio (537-555).

 

I MARTIRI

La Deposito Martyrum ed il ricordano nel cimitero, alla data del 10 luglio, i Marziale, Vitale ed Alessandro. L’iscrizione damasiana definisce Alessandro septimus ex numero fratrum,   informazione probabilmente desunta dalla Passio S. Felicitae, che ne fa uno dei figli della martire Felicita.Il Martirologio Geronimiano ricorda nel cimitero, in data diversa, anche un gruppo di sette vergini.Gli Itinerari Altomedievali segnalano le tombe di Marziale e Vitale in superficie, forse ospitate all’interno di una basilica, e quella di Alessandro sottoterra.