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SS. Celso e Giuliano in Banchi La chiesa

Dove si trova

Via Banchi di S. Spirito, 12

066879263

Entra nella chiesa

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80  98  280  870  881

 

Ricordata fin dal 1008, questa chiesa di via del Banco di S. Spirito in età rinascimentale aveva molta più importanza che non adesso, trovandosi sulla principale arteria cittadina verso S. Pietro, con la facciata allora prospiciente sulla piazza di ponte S. Angelo. La chiesa medievale fu demolita quando papa Giulio II volle allargare la strada, incaricando Bramante della Ricostruzione, a partire dal 1509, ricostruzione che fu poi sospesa e completata in tono minore nel 1535. Questo prezioso organismo rinascimentale, anche se parzialmente eseguito, fu demolito per volontà di papa Clemente XIII che fece ricostruire la chiesa da Carlo De Dominicis, il quale completò l'opera nel 1735. Anche questa facciata presenta dei motivi di derivazione borrominiana, ma l'armonia delle forme è sconciata da una recente reintonacatura che annega il tutto in uno sgradevole color beige. L'interno è un vano a pianta ellittica trasversale con tre cappelle per lato ed un presbiterio rettangolare con cupolino, dove è una campana del 1268 tuttora in uso. La decorazione è a stucchi finissimi, e agli altari delle cappelle è una bella serie di tele settecentesche, delle quali la più notevole è però, all'altare maggiore, il Cristo in gloria tra i SS. Celso, Giuliano, Marcionilla e Basilissa, capolavoro giovanile di Pompeo Batoni eseguito tra il 1736 e il 1738. Dalla vecchia chiesa dei SS. Celso e Giuliano è stata trasferita e murata sulla parete sinistra del prospiciente Arco dei Banchi la più antica iscrizione che si conservi relativa alle piene del Tevere, che reca la data del 1277. Sulla sinistra dell'Arco è il bellissimo palazzo Gaddi, costruito probabilmente tra il 1518 ed il 1527 da Jacopo Sansovino. Stupendo è il cortile interno, ricco di stucchi, ornato di nicchie e statue, riportato da un recente restauro allo splendore originario. Il corridoio che vi conduce è leggermente inclinato e divergente per dare l'idea di una maggior monumentalità.