Sisto IV

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Entrato nell'ordine dei frati minori, conseguì il dottorato in teologia a Padova (1444) e insegnò in varie università (Bologna, Pavia, Siena, Firenze, Perugia). Divenuto ministro generale dell'ordine (Perugia, 1464) e cardinale (1467), alla morte di Paolo II venne eletto  papa per l'appoggio determinante degli Orsini, dei Gonzaga e dei Borgia. Preoccupato per  l'avanzata dei Turchi Ottomani, convinse le potenze cristiane a organizzare una crociata che portò solo all'effimera occupazione di Smirne (1472) e non valse a impedire la “guerra  d'Otranto” (1480-1481); la minaccia turca sull'Italia centro-meridionale diminuì solo con la  morte di Maometto II (1481). Nel 1475, in un momento di grave crisi internazionale, che rendeva pericolosi i viaggi dei pellegrini, il Papa indisse un giubileo supplementare in Bologna, che fu tenuto dal 1° maggio 1476 al 30 aprile 1477. Fra questo ed il precedente giubileo corrono soltanto 25 anni, perché Paolo II (Barbo) con le costituzioni Ineffabili aveva deciso — e da allora il provvedimento non è stato mai modificato — che i giubilei venissero tenuti ogni venticinque anni. Sisto IV praticò largamente il nepotismo,  proteggendo in particolar modo i nipoti Giuliano (il futuro Giulio II), Pietro, Bartolomeo, Leonardo, Giovanni Della Rovere, e Girolamo (il più intraprendente), Pietro e Raffaele Riario. Fu proprio la protezione largita ai parenti, oltre all'attenuarsi della minaccia turca, che impegnò Sisto IV nella politica italiana: nel 1477 venne sottomessa l'Umbria per opera di Giuliano, che inimicò così alla curia la corte medicea; nel 1478 il papa si lasciò quindi coinvolgere nella congiura dei Pazzi: alla fine egli dovette però ritirare le censure senza ricevere adeguate soddisfazioni e accettare una pace che portò, per le imprevedibili mosse diplomatiche di Lorenzo il Magnifico, a una cosiddetta “alleanza universale” degli  Stati italiani (marzo-agosto 1480). Sisto IV reagì alleandosi con Venezia e partecipando  alla guerra di Ferrara durante la quale però rovesciò quasi subito la sua politica; strinse alleanza con il re Ferdinando I d'Aragona e scomunicò i Veneziani, ma tale politica si rivelò infruttuosa per Sisto IV che subì il grave scacco diplomatico della pace di Bagnolo (7 agosto 1484). All'interno dello Stato, il pontificato fu caratterizzato dalle feroci lotte tra i Colonna e gli Orsini: il papa nel 1480 conferì la berretta cardinalizia a Giovanni, ma egli stesso non fu estraneo all'eccidio di Lorenzo Colonna; quanto agli Orsini, Sisto elevò alla porpora nel 1480 Cosimo e nel 1483 Giambattista, per allearsi la potente casata che nel 1478 con il condottiero Niccolò si era schierata con i Medici. Per di più il suo pontificato fu contrassegnato da eccessivo fiscalismo, con un esagerato aumento delle annate, e dal dilagare della venalità negli uffici della curia. L'opposizione al suo dominio si concretò addirittura nel tentativo di far comparire il papa a Basilea (1482), dove il concilio (chiuso nel 1449) non venne riaperto solo per l'intervento dell'imperatore Federico III. Sisto IV approvò (1478) l'organizzazione dell'Inquisizione spagnola e nel 1483 nominò inquisitore generale Torquemada. Le iniziative culturali di Sisto furono notevoli: l'arricchimento della Biblioteca apostolica vaticana , la costruzione della Cappella Sistina e di numerosi altri monumenti in Roma.